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Andorian GRV

Origini

Questa razza ha iniziato a popolare Andor solo da alcuni secoli ed è apparsa letteralmente dal nulla. Alcuni affermano di averli visti uscire dalle viscere della terra, altri da oscuri portali, ma nelle loro mostruose fattezze e negli strani linguaggi che parlavano, alcuni eruditi iniziarono ad affermare di vedere in loro i tratti con cui le leggende descrivevano la Stirpe Maledetta. Un antico popolo dell’Era dei Miti che si scontrò con la razza eletta degli Ur-Khan causando il Grande Silenzio, misterioso quanto devastante cataclisma che portò alla caduta di questi due popoli. Il timore che questa razza potesse essere emissaria d’un nemico tanto antico e oscuro diffuse un sentimento di repulsione verso i nuovi venuti, perfino di rabbia e odio, portando in molti a scacciarli con violenza dalle città e comunità già costruite in cui stavano compiendo i primi passi. Inoltre, per via della loro peculiare fattezza iniziarono ad essere chiamati Volti Pallidi ed oggi, ancora in molti, perfino tra i membri di questa stessa razza, utilizzano questo appellativo.

I Volti Pallidi non vengono al mondo in maniera, potremmo dire, convenzionale, bensì tra antiche rovine o vecchi campi di battaglia vengono rinvenuti i loro corpi sopiti ed inermi, né vivi né morti ma come in stasi, in attesa. I “Dormienti”, come li chiamano loro, d’un tratto si risvegliano e prendono vita. Non hanno ricordi di ciò che c’era prima di quel risveglio e questo, spesso, li porta ad avvicinarsi al mondo da soli, sperduti e costretti a sopravvivere come meglio possibile, talvolta con violenza. Questo, ovviamente, ha alimentato ancor di più il timore ed il disprezzo verso di loro, additati come bestie pericolose e violente. Questa razza ha da lungo tempo scelto il nomadismo, sia per necessità, giacché se ferma troppo a lungo in un luogo vicino a territori civilizzati c’è il rischio che gli abitanti del luogo provino ad allontanarli; sia perché viaggiano in lungo ed in largo in cerca dei loro simili, risvegliatisi chissà dove da soli e senza una guida, in cerca di una spiegazione di ciò che stia accadendo, di una comunità che li accolga a braccia a aperte e non con fiaccole e forconi. Per via di questo peculiare modo di “venire al mondo”, questa razza talvolta ripudia l’appellativo di Volto Pallido, affibbiatogli da altri con timore e disprezzo, preferendo il nome di “Ridestati”.

Cultura

I Ridestati hanno un esoscheletro attorno al cranio, molto simile ad un teschio zannuto. Inizialmente è un tutt’uno con la testa ma ad un certo punto della loro vita può accadere che, come una sorta di muta, l’individuo perda naturalmente questo esoscheletro che cade staccandosi dal volto. Sotto di esso, il viso di un Ridestato è molto pallido, come il resto del suo corpo, ed ha occhi e zigomi molto scavati ed adombrati. Un Ridestato ha un potente legame con il suo “volto caduto”, lo considera una parte di sé e non vuole in nessun caso separarsi da lui. Se ciò avvenisse, il Volto Pallido farebbe di tutto per rimpossessarsi del maltolto. In virtù di questo legame, molti Ridestati che hanno compiuto questo passaggio, segnano il loro viso con pitture tribali che ricordano un teschio così da avvalorare ancor di più l’unione con il volto caduto.

Quella dei Volti Pallidi è da molti definita una razza maledetta e condannata all’estinzione poiché incapace di riprodursi, giacché sterile. Solo le apparizioni dei Dormienti sono in grado di portare nuovi individui tra le loro fila e, giacché queste sono piuttosto sporadiche, le morti superano di gran lunga il numero dei risvegli. Tra i Ridestati non si risvegliano bambini ma solo individui giovani o adulti, i quali, però, non crescono né cambiano forma nel tempo. I Volti Pallidi non muoiono di vecchiaia, almeno non nel vero senso del termine, e la loro durata vitale è incerta. Così come un giorno si sono svegliati, ad un certo punto si addormentano senza più svegliarsi. E questo può accadere in qualsiasi momento, dopo un solo anno dal risveglio, dopo decine, a volte dopo più di un secolo.

L’esistenza vitale, per i Volti Pallidi, è qualcosa di molto effimero e per questo la loro cultura si è incentrata prevalentemente sull’idolatria ed il ricordo dei defunti. Nell’incapacità di creare una propria discendenza, i Ridestati trovano forza nel ricordo di coloro che non ci sono più. Sono soliti portare con loro oggetti ed ammennicoli appartenuti ai compagni caduti, affinché, conservandoli, possano tenere vivo il loro ricordo e dargli forza quando necessario. I morti vengono seppelliti assieme ai propri “volti caduti” ma vi sono delle eccezioni: se un Ridestato, in vita, ha avuto un rapporto molto forte con il defunto, questi può chiedere che sia officiato il rito dell’”unione dei volti”, un particolare rito di forgiatura magica che riesce a fondere la materia ossea del volto caduto di chi è in vita con quello del defunto. Così facendo, proseguiranno insieme il loro cammino nella vita e lo concluderanno nel medesimo modo nella morte. Il Culto del Tetro Stormo è molto diffuso tra i Ridestati, poiché insegna l’accettazione ed il rispetto della morte ed anche il cammino da seguire per rimanere in contatto con la sapienza e la saggezza degli spiriti dei defunti, elemento di gran valore per questa razza.

Tra i Ridestati non vi sono legami familiari “di sangue” ma dei ruoli e dei legami si costruiscono ugualmente attraverso le abitudini. Coloro che li hanno cresciuti ed educati, che si sono svegliati da più tempo, sono considerati genitori o anziani; se, invece, ci si è risvegliati insieme a qualcun altro questi potrà essere considerato alla stregua di un fratello o una sorella. Inoltre, i Volti Pallidi non hanno una struttura politica ben definita, essendo divisi in vari gruppi nomadi. Generalmente, però, coloro che sono svegli da più tempo vengono ascoltati e rispettati come saggi e considerati capi.

Legame con la Stirpe Maledetta

Il legame che si paventa tra la Stirpe Maledetta e la razza dei Volti Pallidi è avvalorato, come unica prova, dalla somiglianza tra la loro lingua ed i testi e le descrizioni di alcuni antichi manufatti che si ritiene risalgono all’Era dei Miti. Questa “versione dei fatti” è vista in maniera diversa tra i membri di questa razza.

Alcuni accettano tacitamente questa discendenza, sentendosi colpevoli d’un simile oscuro legame e considerando giusta la punizione inflitta alla loro razza e passando la vita ad espiare questa supposta colpa. Costoro, una volta compiuta la muta che li porta a perdere il volto, scelgono di non indossarlo più considerandolo un lascito dell’oscuro legame con la Stirpe Maledetta, sebbene, anche per loro è impossibile separarsi dal volto caduto. Proprio per questa peculiarità vengono chiamati “senza volto”. Altri, invece, mettono in discussione questa supposta discendenza, considerandola una maldicenza dettata solo dalla paura e dall’ignoranza e che si perpetra nei secoli ai loro danni. O, ancora, seppure ammetta questa discendenza, ripudia ogni colpa di ciò, affermando di non poter essere giudicati e scacciati per qualcosa che non hanno scelto. Infine, sebbene siano molto rari, c’è anche chi rivendica questa discendenza scegliendo di immolare la loro effimera vita agli ideali della Stirpe Maledetta, agendo come eretici che idolatrano solamente Kal’Dum, la Sorella della Luna.

I nomi dei membri di questa razza traggono fondamento dalla loro peculiare lingua, un idioma dai suoni piuttosto forti e marcati e non v’è alcuna differenza tra nomi maschili e femminili. Alcuni nomi, ad esempio, sono: Nysh’Val, Krith’Mahar, Vysh’Pkil, Kor’Mahak, Gylth’Rak, Jhylk’Thyr

Caratteristiche fisiche e rappresentazione

L’elemento imprescindibile per interpretare un Volto Pallido è la pelle bianca, ottenibile utilizzando del trucco e del cerone che coprano il viso e le parti scoperte del corpo. Le orbite degli occhi sono molto scure e scavate, gli zigomi pronunciati e le labbra nere, grigie oppure bianche, il tutto ottenibile con del trucco. Inoltre, talvolta hanno anche delle leggere venature violacee sul corpo. Per quanto riguarda gli occhi, possono sia avere delle pupille normali che pupille bianche, grige oppure nere, in tal caso consigliamo l’utilizzo di apposite lenti a contatto. L’altro elemento imprescindibile è l’utilizzo della maschera, i Volti Pallidi sono contraddistinti da un preciso tipo di “maschera da teschio”, un modello senza mandibola e dalla mascella con denti aguzzi. Ciò nonostante, se si vuole scegliere un modello più classico oppure delle varianti, è possibile a patto che siano prima concordate con lo Staff. La maschera può essere sia indossata permanentemente, interpretando quindi un Ridestato che non ha ancora compiuto la muta, che portata semplicemente con sé. In questo caso consigliamo di utilizzare un trucco tribale che simuli i tratti di un teschio, come usanza tra i Volti Pallidi, ed avere come “base” il trucco pallido.

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